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‘Cattiverie a domicilio’: commedia irriverente  sul riscatto al femminile

‘Cattiverie a domicilio’: commedia irriverente sul riscatto al femminile

In un mondo apparentemente diverso e lontano, il Regno Unito degli anni Venti, una donna è vittima di attualissimi meccanismi d’odio: dalla regista Thea Sharrock, distribuito da Bim e Lucky Red

Mercoledi, 01/05/2024 - Se oggi, come ben sappiamo, il gravissimo problema delle fake news, delle parole/immagini ingiuriose, scandalistiche, morbose o pedo-pornografiche si espande a macchia d’olio tramite la rete e i social media, già un secolo fa, intorno al 1920, si trovavano i canali per veicolare gli ‘hate speech’, maldicenze, parole d’odio e quant’altro potesse rovinare la reputazione e la vita agli altri, per motivi futili, di gelosie o vendette personali, o per seri disagi psichici o psichiatrici di chi le diffondeva. Il mezzo privilegiato erano, ovviamente, le lettere e l’invio di esse tramite posta ordinaria, dato che all’epoca esisteva solo quella!

Non a caso infatti il titolo originale dell’irriverente ed imperdibile ‘Cattiverie a domicilio’, ispirato ad una storia vera, è ‘Wicked little letters’ (Piccole lettere malvagie), una commedia drammatica dai risvolti noir scritta da Johnny Sweet e diretta dalla regista londinese, teatrale e cinematografica, Thea Sharrock ('Io prima di te', 'L’unico e insuperabile Ivan'). Dopo il successo di pubblico ottenuto nel Regno Unito - dove ha totalizzato un milione di presenze in sole tre settimane di programmazione diventando la commedia di maggior incasso dal periodo pandemico – il film è giunto nelle sale italiane distribuito da BIM in collaborazione con Lucky Red.

Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival 2023, il film vanta un cast stellare: Olivia Colman e Jessie Buckley, che tornano a recitare insieme sul grande schermo dopo ‘La figlia oscura’ (2021) - opera prima di Maggie Gyllenhaal - vestono i panni delle due protagoniste, due donne agli antipodi che il destino renderà, al tempo stesso, complici ed antagoniste. Il resto del cast comprende Gemma Jones, Timothy Spall, Anjana Vasan e Alisha Weir. La direzione della fotografia è a cura di Ben Davis, collaboratore di Martin McDonagh e Matthew Vaughn.

Tratto da un’incredibile storia vera, ‘Cattiverie a domicilio’ si svolge nel 1922, in una tranquilla cittadina costiera, affacciata sulla costa meridionale dell’Inghilterra, che diventerà teatro di un farsesco e a tratti sinistro scandalo.

Il film segue le vicende di due vicine di casa: Edith Swan (Olivia Colman), originaria del posto, donna profondamente conservatrice con un’educazione rigidissima impartita da un padre autoritario (che ha il volto ruvido di Timothy Spall) del quale è succube, e Rose Gooding (Jessie Buckley) turbolenta immigrata irlandese, una giovane donna esuberante e piena di vita, che ama sfidare apertamente ogni convenzione e vive con la figlia pre-adolescente.

Quando Edith e altri suoi concittadini iniziano a ricevere lettere oscene piene di scabrosità, i sospetti ricadono immediatamente su Rose. Le lettere anonime scatenano una protesta a livello nazionale che scaturisce in un processo. Saranno alcune donne del posto – guidate dalla caparbia poliziotta Gladys Moss (nel ruolo Anjana Vasan) – a indagare sul crimine, sospettando che le cose potrebbero non essere come sembrano ed unendo le proprie forze contro la prepotenza e l’inganno.

In particolare sarà proprio Gladys Moss, prima e unica donna poliziotta in un mondo tutto al maschile in cui fatica a farsi strada ed a farsi rispettare, a guidare le indagini sul misterioso mittente delle lettere scandalose che hanno sconvolto la vita tranquilla e monotona della cittadina di Littlehampton.

Una storia di riscatto al femminile, una satira pungente contro il perbenismo e l’ipocrisia religiosa e conservatrice del tempo, una denuncia dei danni che il patriarcato esercitava sull’autonomia femminile e sull’applicazione della giustizia, ma anche una storia attualissima che, come detto in apertura, pur risalendo agli anni ’20, evidenzia i meccanismi con cui poteva esplodere e trasmettersi rapidamente la rabbia verbale e l’odio incondizionato contro il prossimo anche via posta ordinaria, invece che tramite internet o i social media.

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